Il 12 febbraio 2025, Thomson Reuters ha ottenuto una significativa vittoria legale nella prima causa statunitense riguardante l’intelligenza artificiale (IA) e il copyright. La disputa legale, avviata nel 2020, vedeva Thomson Reuters accusare la startup Ross Intelligence di aver riprodotto senza autorizzazione materiali protetti dal diritto d’autore provenienti dalla sua piattaforma di ricerca legale, Westlaw. Il giudice Stephanos Bibas ha emesso una sentenza favorevole a Thomson Reuters, respingendo le difese presentate da Ross e stabilendo che quest’ultima mirava a competere con Westlaw sviluppando un prodotto sostitutivo sul mercato.
La sentenza sottolinea l’importanza del valore di mercato dell’opera originale, evidenziando che l’uso dei contenuti di Westlaw da parte di Ross non rientra nei limiti del “fair use” (uso equo). Il giudice Bibas ha affermato che “nessuna delle possibili difese di Ross regge”, respingendo tutte le argomentazioni della difesa.
Ross Intelligence, che aveva chiuso le operazioni nel 2021 a causa dei costi legali, è stata riconosciuta colpevole di violazione del copyright per aver utilizzato i contenuti di Westlaw senza autorizzazione. Questa decisione potrebbe avere implicazioni significative per le aziende che sviluppano strumenti basati sull’IA, poiché il tribunale ha enfatizzato il valore di mercato dell’opera originale e ha respinto le argomentazioni basate sul “fair use”.
La sentenza potrebbe complicare le future difese basate sul “fair use” per le aziende che operano nel settore dell’IA, influenzando sia le controversie in corso che quelle future negli Stati Uniti e a livello internazionale. Questo caso evidenzia la crescente attenzione legale sull’uso di materiali protetti da copyright nello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale.