Le autorità di Singapore hanno arrestato tre persone sospettate di aver orchestrato una frode nella vendita di chip Nvidia, in possibile violazione dei controlli sulle esportazioni statunitensi. I sospettati, due cittadini singaporiani e un cittadino cinese, avrebbero ingannato un fornitore di server dichiarando falsi utenti finali per eludere le restrizioni commerciali.
Le indagini indicano che i server contenenti i chip sarebbero stati esportati in Malesia, sollevando dubbi sulla loro destinazione finale. Questo caso evidenzia l’attenzione crescente sul ruolo di Singapore nella catena di fornitura globale dei semiconduttori, mentre Stati Uniti ed Europa intensificano i controlli sulle esportazioni di tecnologie avanzate verso Cina e Russia.
Parallelamente, nonostante le restrizioni imposte da Washington, acquirenti cinesi stanno riuscendo a ottenere i nuovi chip AI di Nvidia, inclusi i modelli Blackwell, attraverso reti di broker e fornitori di paesi vicini. Questo sistema parallelo permette la rivendita in Cina a prezzi maggiorati, sfidando gli sforzi internazionali di limitare l’accesso alle tecnologie avanzate.
Le autorità di Singapore collaborano ora con gli Stati Uniti e la Malesia per approfondire l’indagine. Se condannati, i tre sospettati rischiano fino a 20 anni di carcere. La comunità internazionale osserva con attenzione lo sviluppo della vicenda, sottolineando la necessità di una cooperazione globale per contrastare il traffico illegale di semiconduttori e garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento.
Fonti
- Reuters: reuters.com
- Financial Times: ft.com
- Wall Street Journal: wsj.com