Sam Altman, noto per il suo ruolo come CEO di OpenAI, sta facendo parlare di sé non solo nel campo dell’intelligenza artificiale, ma anche in quello della biotecnologia. Con un investimento di 180 milioni di dollari nella startup Retro Biosciences, Altman ha deciso di finanziare una missione audace: rallentare o addirittura invertire il processo di invecchiamento umano, puntando a estendere la vita di almeno 10 anni.
Fondata nel 2021 e operativa da un magazzino nei pressi di San Francisco, Retro ha adottato un approccio pragmatico e innovativo, trasformando container prefabbricati in laboratori avanzati per accelerare la ricerca. L’azienda, guidata da Joe Betts-LaCroix, si concentra su studi di punta come la riprogrammazione cellulare e il trattamento del plasma, due ambiti considerati promettenti per combattere l’invecchiamento.
Altman, che ha già investito in altre tecnologie “hard” come la fusione nucleare con Helion Energy, ha dichiarato di aver svuotato il suo conto in banca per sostenere queste visioni futuristiche. La sua filosofia? Puntare su sfide ambiziose che attraggano i migliori talenti scientifici e che abbiano il potenziale per cambiare radicalmente la società.
Nonostante il progetto di Retro rimanga ancora in fase sperimentale, alcuni risultati preliminari nei test sui topi suggeriscono un possibile successo. Betts-LaCroix ha ribadito che il finanziamento iniziale coprirà le operazioni per diversi anni, consentendo all’azienda di raggiungere i primi obiettivi scientifici senza pressioni esterne.
L’investimento di Altman in Retro, uno dei più significativi mai realizzati da un singolo individuo nel settore della longevità, sottolinea il crescente interesse della Silicon Valley verso le scienze dure. Con un mix di ottimismo e pragmatismo, Altman e il team di Retro sperano di riscrivere le regole dell’invecchiamento umano.