L’industria della robotica domestica, dominata da Ecovacs, è nuovamente sotto i riflettori per gravi problemi di sicurezza. Nonostante i ripetuti avvertimenti, la società non è riuscita a risolvere le vulnerabilità dei suoi robot aspirapolvere. Sean Kelly, un giovane padre australiano, ha acquistato un modello di punta della Ecovacs, il Deebot X2, per semplificare la gestione della casa. Ma la sua fiducia si è rivelata infondata: il dispositivo era facilmente hackabile da remoto, senza necessità di entrare nell’abitazione.
Un reporter ha collaborato con il ricercatore di sicurezza Dennis Giese, esperto nel campo della robotica, per dimostrare quanto fosse semplice accedere al robot aspirapolvere di Kelly. Con un semplice smartphone e una connessione Bluetooth, Giese è riuscito a ottenere il controllo completo del dispositivo, compresi i log di rete e le credenziali Wi-Fi. Il rischio di sorveglianza attraverso questi dispositivi si è concretizzato, mettendo in luce le implicazioni inquietanti di una tecnologia non sufficientemente protetta.
La situazione solleva interrogativi sulla responsabilità delle aziende tecnologiche nel garantire la sicurezza dei loro prodotti. In un’epoca in cui la privacy è sempre più compromessa, l’industria deve affrontare una sfida cruciale: proteggere gli utenti da intrusioni indesiderate. Gli esperti avvertono che, senza adeguati aggiornamenti e misure di sicurezza, i robot aspirapolvere potrebbero diventare strumenti di spionaggio domestico.