Condé Nast, colosso dell’editoria noto per riviste prestigiose come Vogue e The New Yorker, ha recentemente intrapreso azioni legali contro la startup Perplexity, specializzata in ricerche AI. Secondo quanto riportato da The Information, Condé Nast ha inviato una lettera di cessazione e desistenza, accusando Perplexity di plagio e di utilizzare contenuti delle sue pubblicazioni senza autorizzazione. La lettera è stata inviata lunedì e segue di un mese un’azione simile da parte di Forbes.
Roger Lynch, CEO di Condé Nast, ha avvertito che molti media potrebbero affrontare il rischio di una rovina finanziaria mentre le controversie legali contro le aziende di AI potrebbero dilungarsi nel tempo. Ha esortato il Congresso a intervenire con urgenza, chiedendo ai giganti dell’AI di risarcire i publisher per l’uso dei loro contenuti e di stabilire accordi di licenza in futuro.
Perplexity, startup con sede a San Francisco e valutata 3 miliardi di dollari, è stata recentemente oggetto di scrutinio per presunti abusi di copyright. Un’inchiesta di Wired ha rivelato che i crawler web della startup non rispettano il file robots.txt, utilizzato dai proprietari dei siti per bloccare l’accesso ai bot. Amazon Web Services ha avviato un’indagine per determinare se Perplexity abbia violato le regole sul web scraping.
Questa situazione ha sollevato preoccupazioni sulle implicazioni etiche e legali dello sviluppo dell’AI e sul suo impatto sui creatori di contenuti. Gli esecutivi di Perplexity hanno discusso la possibilità di avviare un programma di condivisione delle entrate con i publisher, anche se i termini rimangono incerti.