L’impatto devastante dell’intelligenza artificiale sul mondo accademico emerge con crescente preoccupazione. Muhammad Abhas, ricercatore della National University of Computer and Emerging Sciences in Pakistan, ha condotto uno studio rivelatorio sugli effetti di ChatGPT sugli studenti universitari. La ricerca, pubblicata sull’International Journal of Educational Technology in Higher Education, mette in luce un fenomeno allarmante: l’uso eccessivo di chatbot sta erodendo capacità cognitive e performance degli studenti.
Attraverso un’indagine che ha coinvolto oltre 500 studenti, il team di ricerca ha documentato un legame significativo tra l’utilizzo di strumenti di intelligenza generativa e un declino nelle prestazioni accademiche. Gli studenti sono sottoposti a intense pressioni universitarie tendenti a rifugiarsi nei chatbot, delegando la loro complessità intellettuale e rinunciando progressivamente al pensiero critico.
Le conseguenze sono multifattoriali: procrastinazione dilagante, indebolimento della memoria e un progressivo distacco dai processi di apprendimento tradizionali. I ricercatori avvertono: l’intelligenza artificiale, se utilizzata acriticamente, rischia di trasformarsi in un pericoloso surrogato del pensiero umano.