L’uso di piattaforme didattiche fornite da Google e Microsoft solleva interrogativi sulla tutela dei dati degli studenti. Dopo che una sentenza della Corte di giustizia europea ha invalidato l’accordo sul trasferimento dei dati tra Unione europea e Stati Uniti, il ministero dell’Istruzione ha inviato ai dirigenti scolastici una circolare in cui afferma che la responsabilità del trattamento dei dati degli studenti è delle scuole stesse.
Tuttavia, la situazione di incertezza che ancora aleggia ha portato alcuni esperti a richiedere alle pubbliche amministrazioni di interrompere l’uso di servizi statunitensi.
L’Associazione Privacy Network, ad esempio, ha inviato una segnalazione al ministero dell’Istruzione sottolineando che tutte le scuole stavano iniziando a usare i servizi di Google perché proprio il dicastero suggeriva così.
Alcune ong hanno dimostrato come la Commissione europea e le sue agenzie abbiano venduto tecnologie per monitorare migranti e cittadini in violazione dei principi di democrazia.
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“A chi tocca proteggere la privacy degli studenti?“