Negli Stati Uniti, recenti studi evidenziano che modifiche operative nei data center potrebbero liberare fino a 76 gigawatt (GW) di nuova capacità energetica. Questa scoperta sottolinea l’importanza dell’efficienza energetica nel settore tecnologico.
Una delle strategie principali è la “flessibilità temporale”, che consiste nello spostare le operazioni di calcolo in orari in cui la domanda di energia è inferiore. Ad esempio, attività non urgenti potrebbero essere programmate durante le ore notturne, riducendo così il carico sulla rete elettrica durante i picchi di consumo.
Un’altra soluzione è l’adozione di sistemi di alimentazione in loco, come le celle a combustibile, che forniscono energia direttamente al data center, diminuendo la dipendenza dalla rete elettrica tradizionale. Secondo un rapporto di Bloom Energy, si prevede che entro i prossimi cinque anni entreranno in funzione negli Stati Uniti ulteriori 55 GW di capacità IT per i data center, rispetto ai 25 GW attualmente operativi.
L’implementazione di queste misure non solo contribuirebbe a soddisfare la crescente domanda di energia legata all’espansione dell’intelligenza artificiale e dei servizi cloud, ma promuoverebbe anche pratiche più sostenibili. L’ottimizzazione dell’uso dell’energia nei data center rappresenta una componente cruciale per garantire un futuro energetico più efficiente e rispettoso dell’ambiente.