OpenAI e Google hanno sollecitato il governo degli Stati Uniti a permettere l’uso di contenuti protetti da copyright per l’addestramento dei loro modelli di intelligenza artificiale. Le aziende sostengono che l’accesso ai dati sia cruciale per mantenere la leadership tecnologica e competere con nazioni come la Cina.
Le due società hanno fatto riferimento alla dottrina del “fair use”, che consente l’uso limitato di materiale protetto senza autorizzazione. OpenAI ha evidenziato che gli sviluppatori cinesi possono accedere a vasti database senza restrizioni, avvantaggiando così le loro ricerche. Google, dal canto suo, ha sottolineato che le attuali normative su copyright e privacy possono ostacolare l’innovazione nel settore dell’IA.
Le richieste arrivano in un contesto di battaglie legali. OpenAI è stata citata in giudizio da testate come il New York Timese autori come George R.R. Martin, che l’accusano di utilizzo non autorizzato delle loro opere. Anche Apple, Nvidia e Anthropic sono coinvolte in controversie simili, sollevando interrogativi sulla tutela del diritto d’autore nell’era dell’IA.
L’esito di questa vicenda potrebbe ridefinire il rapporto tra innovazione tecnologica e proprietà intellettuale, con potenziali impatti globali sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Fonti:
- Proposte di OpenAI per il piano d’azione statunitense per l’intelligenza artificiale
- Invitato a commentare il piano d’azione sull’intelligenza artificiale
- Commenti di Google sul piano d’azione statunitense per l’intelligenza artificiale
- Raccomandazioni di Anthropic all’OSTP per il piano d’azione statunitense sull’intelligenza artificiale
- Digital World Italia
- TuttoTech
- The Verge
