OpenAI, la startup valutata 157 miliardi di dollari e nota per lo sviluppo di ChatGPT, sta considerando l’implementazione di diritti di voto speciali per il suo consiglio di amministrazione no-profit. Questa mossa mira a preservare il controllo direttivo dell’organizzazione, soprattutto in risposta a un’offerta di acquisizione non sollecitata da parte di Elon Musk.
Il CEO Sam Altman e gli altri membri del consiglio stanno valutando nuove misure di governance mentre OpenAI si prepara a trasformarsi in una società for-profit di tipo public benefit corporation (PBC). L’introduzione di diritti di voto speciali consentirebbe al consiglio no-profit di mantenere il controllo sulla nuova struttura societaria, potendo così prevalere su altri investitori, inclusi partner esistenti come Microsoft e SoftBank.
Recentemente, Elon Musk ha presentato un’offerta in contanti di 97,4 miliardi di dollari per gli asset detenuti dalla no-profit, compresa la partecipazione di controllo nella sussidiaria for-profit di OpenAI. Tuttavia, il consiglio ha respinto all’unanimità l’offerta, definendola come l’ultimo tentativo di Musk di destabilizzare la concorrenza. Il presidente di OpenAI, Bret Taylor, ha dichiarato: “OpenAI non è in vendita. Qualsiasi potenziale riorganizzazione rafforzerà la nostra missione no-profit”.
La proposta di Musk ha sollevato questioni riguardo alla valutazione equa degli asset della no-profit e al ruolo che l’entità caritatevole dovrebbe avere nella nuova struttura PBC. In precedenza, OpenAI aveva discusso una valutazione di 30 miliardi di dollari per gli asset della no-profit, da compensare principalmente con equity nella PBC. L’offerta di Musk, significativamente più alta, suggerisce una possibile sottovalutazione nella transazione interna.
Per completare la transizione, l’attorney-general del Delaware, stato in cui OpenAI è incorporata, dovrà determinare se la transazione rappresenti un valore equo e sia nel pubblico interesse. Sebbene il consiglio non sia obbligato a vendere o a massimizzare la valutazione degli asset attraverso un’asta competitiva, l’offerta di Musk ha focalizzato l’attenzione su come mantenere il controllo una volta completata la conversione.
L’adozione di diritti di voto speciali è una strategia già utilizzata da altre aziende tecnologiche per consolidare il potere decisionale dei fondatori. Ad esempio, Mark Zuckerberg di Meta mantiene il controllo della sua azienda nonostante possieda meno del 15% delle azioni, grazie a quote con poteri di voto maggiorati. Un’altra opzione potrebbe essere l’introduzione di un “poison pill”, una misura difensiva che permetterebbe agli azionisti di acquistare ulteriori azioni a sconto per prevenire acquisizioni ostili.
OpenAI è assistita da Goldman Sachs e M. Klein & Company per garantire che la conversione in PBC, con un’entità no-profit separata, sia equa e responsabile. Il dibattito in corso evidenzia la tensione tra il mantenimento della missione originale no-profit e la necessità di una struttura for-profit per attrarre investimenti significativi nel competitivo settore dell’intelligenza artificiale.