Microsoft ha negato categoricamente di utilizzare i dati degli utenti raccolti dalle sue applicazioni Microsoft 365, come Word ed Excel, per l’addestramento dei suoi modelli di intelligenza artificiale. Questa dichiarazione arriva in seguito alla diffusione di notizie che accusavano l’azienda di obbligare gli utenti a consentire l’uso dei loro contenuti per migliorare i sistemi AI.
La controversia è emersa a causa di un’impostazione predefinita di Microsoft Office che consente “esperienze connesse opzionali”, come la ricerca online di immagini o informazioni. Sebbene questa funzionalità non sia direttamente collegata all’addestramento di modelli AI, la mancanza di una chiara esclusione nei documenti ufficiali ha alimentato dubbi tra gli utenti.
Microsoft ha precisato attraverso i suoi canali ufficiali, tra cui l’account Microsoft 365 su X, che i dati dei clienti non vengono impiegati per addestrare i modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM). La stessa posizione è stata ribadita dal responsabile delle comunicazioni di Microsoft, Frank Shaw, su Bluesky.
Situazioni simili hanno coinvolto altre aziende, come Adobe, che all’inizio del 2024 ha dovuto affrontare critiche per presunte ambiguità nei termini d’uso. Anche in quel caso, l’azienda ha modificato rapidamente il linguaggio per rassicurare gli utenti.
La crescente preoccupazione del pubblico evidenzia un tema cruciale nell’era dell’intelligenza artificiale: la protezione dei dati personali. Con giganti tecnologici come Meta e Google che impiegano grandi quantità di contenuti online per addestrare i loro sistemi, la richiesta di maggiore trasparenza diventa sempre più urgente.