Meta si trova al centro di un caso legale che sta suscitando crescente attenzione. Recenti testimonianze e documenti, alcuni dei quali risalenti agli ultimi giorni, hanno rafforzato le accuse di violazione del copyright mosse contro la compagnia, sostenendo la causa dei querelanti. Tali prove non solo corroborano il caso di infrazione del copyright, ma anche supportano l’inclusione di una denuncia in base alla legge californiana CDAFA (California Comprehensive Computer Data Access and Fraud Act).
I querelanti, attraverso una proposta di emendamento al loro ricorso, cercano di allineare la causa ai nuovi fatti emersi, tra cui l’uso di dataset piratati da parte di Meta per il training dei suoi modelli Llama. Quest’ultimo modello, sviluppato in competizione con altri giganti del settore, sarebbe stato alimentato da fonti illegali, alimentando il mercato dei dati di addestramento. Le prove presentate, tra cui una testimonianza giurata di un rappresentante di Meta, rivelano che la compagnia avrebbe anche partecipato alla condivisione di file piratati tramite siti di torrent, operazione che ha permesso a Meta di acquisire materiale protetto da copyright, rimuoverne le informazioni di gestione e utilizzarlo per fini commerciali.
La richiesta di emendamento mira anche a rafforzare le accuse di distribuzione di materiale piratato e violazione dei diritti d’autore, supportando l’inclusione di nuove cause legali come quella sulla violazione del DMCA. La corte dovrà ora esaminare se queste nuove prove giustifichino l’approvazione della richiesta di emendamento, che potrebbe portare a un ulteriore inasprimento delle accuse nei confronti della compagnia.