La produzione di “Così fan tutte” diretta da Yuval Sharon trasforma l’opera di Mozart in una riflessione sulla tecnologia e il genere. Ambientata in un futuro ipertecnologico, l’opera debutta il 5 aprile alla Detroit Opera House, proponendo una lettura innovativa in cui le protagoniste femminili sono automi progettati come “compagne perfette” da un’azienda di intelligenza artificiale.
Il regista Sharon reinterpreta il personaggio di Don Alfonso, trasformandolo in un CEO tecnologico, fondatore della fittizia SoulSync. Al centro dell’opera, rimane la scommessa sul comportamento amoroso delle donne, ma con un ribaltamento critico del punto di vista originale: le donne, inizialmente meccaniche, evolvono in esseri emotivi, mentre gli uomini rivelano la loro superficialità.
Il baritono Edward Parks interpreta Don Alfonso, mentre Emily Fons e Thomas Lehman, rispettivamente Dorabella e Guglielmo, sottolineano come l’adattamento riequilibri i ruoli di genere originariamente sbilanciati. Secondo Sharon, la tecnologia è solo un mezzo per esplorare la coscienza umana, e l’IA diventa metafora di condizionamenti culturali e sociali.
Il risultato è un’opera che, pur conservando l’ironia e la leggerezza mozartiana, solleva interrogativi profondi su controllo, programmazione e identità.
Fonti affidabili:
- AP News: https://apnews.com
- Detroit Opera: https://detroitopera.org
Per approfondire:
- Analisi critica dell’opera: https://www.metopera.org
Conclusioni – Pro e rischi:
✅ Rilettura attuale di un’opera classica
✅ Equilibrio di genere e stimolo alla riflessione etica
⚠️ Possibile polarizzazione del pubblico tradizionalista
⚠️ Rischio di semplificare temi complessi come l’IA
