Uno studio rivela che entro il 2030 le donne africane perderanno più posti di lavoro degli uomini nell’outsourcing a causa dell’AI.
Secondo un recente rapporto pubblicato al Global AI Summit for Africa a Kigali, le donne impiegate nel settore dell’outsourcing in Africa risultano il 10% più vulnerabili all’automazione rispetto agli uomini. Il documento, elaborato da Caribou e Genesis Analytics in collaborazione con la Mastercard Foundation, sottolinea come l’intelligenza artificiale rischi di amplificare le disuguaglianze di genere se non affrontata con misure adeguate.
La conferenza ha riunito oltre 1.000 esperti, policy maker e imprenditori, tra cui il presidente ruandese Paul Kagame, che ha invocato un uso inclusivo e consapevole dell’AI per ridurre le disuguaglianze e promuovere l’accesso equo ai benefici dell’innovazione.
Il rapporto evidenzia inoltre che fino al 40% delle attività nel settore dell’outsourcing africano potrebbe essere automatizzato. Particolarmente colpite sarebbero le mansioni meno retribuite, che coinvolgono il 68% della forza lavoro, soprattutto femminile.
Tuttavia, esperti del World Economic Forum e altri partecipanti al summit vedono un’opportunità: con investimenti mirati in formazione, donne e giovani potrebbero accedere a ruoli più qualificati e meglio retribuiti nel settore tecnologico. Jeremy Jurgen, direttore generale del WEF, ha ribadito l’urgenza di colmare il gap di competenze in AI, puntando sulla formazione di nuovi talenti locali.
Fonti:
Consigli di approfondimento:
- AI e disoccupazione femminile: analisi ONU
- Rapporto WEF: The Future of Jobs 2025
Conclusioni
Pro: se accompagnata da politiche attive, l’AI può migliorare l’accesso a lavori digitali e qualificati per le donne.
Rischi: aggravamento delle disuguaglianze di genere e perdita di reddito per milioni di lavoratrici non protette.
