Cresce l’uso dell’IA nei processi di candidatura, ma esperti e imprenditori avvertono: può nascondere profili inadeguati.
L’adozione crescente dell’intelligenza artificiale generativa nelle candidature di lavoro sta sollevando preoccupazioni tra gli addetti al reclutamento. Secondo un’inchiesta della BBC, numerosi recruiter e datori di lavoro segnalano il rischio di assumere candidati privi delle reali competenze richieste, ma abili nell’uso dei chatbot come ChatGPT o Gemini per produrre lettere di presentazione efficaci.
James Robinson, CEO dell’agenzia pubblicitaria Hello Starling, ha dichiarato che molte candidature ricevute presentano frasi “standardizzate” e “americanismi” tipici dei testi generati da IA. “È difficile distinguere chi ha davvero scritto il proprio CV da chi si è affidato interamente alla macchina”, ha affermato.
Megan Cooper, consulente presso la Cardiff Metropolitan University, sottolinea che l’IA può rappresentare un supporto utile, ma non deve sostituire il giudizio umano. L’università stessa promuove un uso etico dell’IA, limitandola alla revisione e alla struttura dei documenti di candidatura.
Un sondaggio condotto nel Regno Unito rivela che quasi la metà dei candidati utilizza strumenti di IA per presentare domanda. Tuttavia, studenti come Jasmine James esprimono timori per il rischio di plagio e per l’inaffidabilità delle informazioni.
L’opinione generale resta divisa: alcuni giovani, come Jacob Morgan e Timothy Mitchell, vedono nell’IA un alleato inevitabile, capace di potenziare la ricerca e l’efficienza, purché non sostituisca l’elemento umano.
Fonti affidabili:
Approfondimenti consigliati:
- Cos’è l’intelligenza artificiale? – Wired Italia
- Etica e IA – UNESCO
Conclusioni:
Pro: strumenti IA migliorano efficienza e comunicazione;
Rischi: assunzioni errate, plagio, perdita d’autenticità, discriminazione algoritmica.
