Robotor, una startup fondata da Filippo Tincolini e Giacomo Massari, sta rivoluzionando il modo in cui vengono realizzate le sculture. L’obiettivo principale dell’azienda è rendere più veloci e facili da produrre le opere d’arte, utilizzando la robotica e l’intelligenza artificiale. La nuova tecnologia consente di sviluppare strutture che un tempo erano ritenute inconcepibili.
Nonostante sia un’azienda relativamente giovane, avviata nel 2004 con il nome di Torart, Robotor ha già collaborato con artisti di fama mondiale come Barry X Ball ed è stata anche artefice della creazione della replica dell’Arco di Palmira dopo che l’originale è stato distrutto dall’ISIS nel 2015.
Il braccio meccanico utilizzato da Robotor è dotato di elettromandrini di varie dimensioni e capacità, con una funzione di cambio utensile automatico per adattarsi a una varietà di strutture. La macchina non potrebbe funzionare senza il software proprietario di Robotor, chiamato OR-OS. Questo software può essere programmato da operatori esperti o funzionare in modo completamente autonomo.
OR-OS ha la capacità unica di prendere un modello 3D e di generare automaticamente un flusso di lavoro e percorsi utensile ottimizzati senza bisogno di alcun intervento umano. Comunica quindi con lo scalpello robotico che procede alla realizzazione della scultura finale che, al massimo, richiede di una rifinitura nei dettagli. Il software affronta ogni fase della creazione di una nuova struttura, dalla scultura alla lucidatura e persino alla pulizia.
I fondatori di Robotor sperano che la loro tecnologia possa inaugurare una nuova era per le sculture, con l’obiettivo di rendere questo processo ancora più sostenibile. Come ha dichiarato Giacomo Massari, “la storia dell’arte è una storia continua di innovazioni. Gli artisti si sono sempre affidati alle conoscenze tecnologiche e all’ingegno per trovare i materiali e gli strumenti necessari a esprimere i loro sogni, pensieri, visioni o convinzioni. E l’innovazione ha sempre avuto un impatto sul modo di fare arte”.