L’era dell’intelligenza artificiale (AI) è arrivata anche nel mondo dell’editoria scientifica, suscitando nuove domande e preoccupazioni sul futuro delle riviste di neurologia. Programmi di intelligenza artificiale come ChatGPT stanno rivoluzionando il modo in cui la ricerca viene condotta e diffusa? O segneranno il destino della tradizionale revisione tra pari e l’ascesa dei documenti “robo-reviewed”?
Rilasciato a novembre come strumento gratuito da OpenAI, ChatGPT è così apparentemente ben informato che può scrivere articoli di notizie e tesine universitarie con sorprendente fluidità; è già stato citato come coautore in almeno quattro articoli scientifici. Tuttavia, uno dei principali problemi sollevati dagli editori è la possibilità che i programmi di intelligenza artificiale possano inventare dati da zero presentandoli come legittimi.
Per garantire che l’intelligenza artificiale sia utilizzata in modo etico e aperto sia dagli autori che dai comitati editoriali, i caporedattori di quattro importanti riviste di neurologia hanno affermato di essere al lavoro sullo sviluppo di regole adeguate “Your AI Program Will Write Your Paper Now Neurology Editors on Managing Artificial Intelligence Submissions“. “Basta premere un pulsante e lasciare che ChatGPT scriva il tuo articolo non soddisferà i nostri requisiti per la paternità”, ha affermato S. Andrew Josephson, MD, FAAN, redattore capo di JAMA Neurology e cattedra di neurologia presso l’Università della California, San Francisco. “Quando qualcuno dice di aver scritto il documento, ci aspettiamo che lo abbia effettivamente scritto.”
Secondo José G. Merino, MD, MPhil, FAHA, FAAN, professore di neurologia presso la Georgetown University School of Medicine e redattore capo di Neurologia, i programmi di intelligenza artificiale possono semplificare il processo di falsificazione dei dati, che rappresenta già una sfida per gli editori, poiché gli autori possono inviare documenti con dati falsi.
Alcuni redattori affermano di utilizzare già l’intelligenza artificiale in modi limitati, come ad esempio gli Annals of Neurology e Annals of Clinical and Translational Neurology che hanno pubblicato articoli che utilizzavano l’apprendimento automatico per analizzare i risultati funzionali nell’ictus e nell’emorragia subaracnoidea e per prevedere i risultati dopo l’intervento chirurgico per l’epilessia e la probabilità di compromissione della coscienza con crisi di assenza, tra gli altri argomenti.
L’arrivo dell’IA nell’editoria scientifica ha sollevato anche domande sul futuro della revisione tra pari. Alcuni temono che i programmi di intelligenza artificiale possano sostituire completamente gli esseri umani nella revisione dei documenti accademici, portando alla creazione di documenti “robo-reviewed”.
Molti redattori concordano sul fatto che l’IA non sostituirà mai completamente la revisione tra pari. Secondo il Dr. Josephson, l’IA potrebbe essere utilizzata come uno strumento di supporto per migliorare la revisione tra pari e non come un sostituto.
“È improbabile che l’IA possa sostituire completamente l’uomo”, ha detto il Dr. Josephson. “Tuttavia, l’IA potrebbe essere utilizzata come uno strumento di supporto per identificare potenziali problemi, identificare anomalie nei dati”.
L’IA potrebbe anche essere utilizzata per migliorare la scoperta e la diffusione della ricerca scientifica. I programmi di intelligenza artificiale potrebbero essere utilizzati per identificare le pubblicazioni scientifiche più rilevanti e interessanti, migliorando così la visibilità e l’impatto della ricerca.
L’introduzione dell’IA nell’editoria scientifica rappresenta un cambiamento significativo e gli editori devono essere pronti ad affrontare le nuove sfide e opportunità che si presentano. È importante che gli editori sviluppino regole etiche e aperte per l’uso dell’IA nei documenti accademici e utilizzino l’IA come uno strumento di supporto per migliorare la revisione tra pari e la scoperta della ricerca scientifica.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’editoria scientifica, ma gli editori devono essere pronti ad affrontare le nuove sfide e opportunità che si presentano. L’IA potrebbe essere utilizzata come uno strumento di supporto per migliorare la revisione tra pari e la scoperta della ricerca scientifica, ma è importante sviluppare regole etiche e aperte per l’uso dell’IA nei documenti accademici. L’era dell’IA nell’editoria scientifica è appena iniziata e solo il tempo dirà quale impatto avrà sul futuro delle riviste di neurologia e dell’editoria scientifica in generale.