Sempre più imprese in Giappone adottano l’intelligenza artificiale per migliorare efficienza e neutralità nel reclutamento. Ma non mancano scetticismi.
Secondo un recente sondaggio condotto da Jiji Press, circa il 30% delle principali aziende giapponesi ha già introdotto o prevede di introdurre l’intelligenza artificiale (IA) nelle proprie attività di selezione del personale. Su un campione di 100 imprese, 21 già utilizzano sistemi basati su IA, mentre 8 intendono farlo per il reclutamento di laureandi nella primavera 2026.
Tra le aziende che hanno adottato l’IA, Kirin Holdings utilizza interviste online condotte da intelligenze artificiali, con l’obiettivo dichiarato di ridurre i pregiudizi umani e garantire valutazioni più oggettive. Fujitsu, invece, impiega l’IA per lo screening documentale, soprattutto nella rilevazione di plagi.
Tuttavia, più della metà del campione (56 aziende) si è detta contraria all’adozione dell’IA nel processo di selezione. Alcuni, come Zensho Holdings, ritengono ancora centrale la valutazione diretta dei candidati, mentre altri, come Nippon Paper Industries, mettono in dubbio la capacità dell’IA di raccogliere informazioni in modo affidabile.
Interessante anche il dato sull’uso dell’IA generativa da parte dei candidati: 78 aziende non prevedono restrizioni, ma alcune, tra cui Tokio Marine, mettono in guardia sui rischi legati alla valutazione delle competenze effettive. Toray Industries ha segnalato un aumento di documenti di candidatura simili tra loro, causato probabilmente da un uso eccessivo di strumenti generativi.
Il dibattito resta aperto, tra innovazione tecnologica e attenzione all’etica del lavoro.
Fonti:
- Jiji Press – link
- Dichiarazioni aziendali ufficiali (Kirin, Fujitsu, Toshiba)
Consigli di approfondimento:
- Ministero giapponese del Lavoro su AI e impiego
- OECD – AI nel mercato del lavoro
- MIT – The Ethics of AI in Hiring
