La Santa Sede ha pubblicato la Nota Antiqua et Nova , un documento che analizza il rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana. La Chiesa riconosce i progressi scientifici e tecnologici come parte della vocazione umana alla conoscenza, ma invita a una riflessione sulle implicazioni etiche e antropologiche di queste innovazioni.
Il documento evidenzia che l’intelligenza artificiale, pur essendo uno strumento straordinario, solleva interrogativi sul concetto stesso di intelligenza. L’IA moderna è in grado di elaborare informazioni e produrre risultati sempre più sofisticati, spesso indistinguibili da quelli generati dall’essere umano. Tuttavia, la Chiesa sottolinea che l’intelligenza umana è più di una capacità computazionale: include la coscienza, la creatività e il senso morale, elementi che l’IA, per quanto avanzato, non può replicare.
Un punto centrale della Nota è la responsabilità etica. L’IA, grazie alla sua autonomia operativa, può generare decisioni impreviste, sollevando dubbi sulla sicurezza e la trasparenza delle sue applicazioni. Per questo, il Vaticano esorta a una regolamentazione attenta che garantisca il rispetto della dignità umana e il bene comune.
Il documento si inserisce nel contesto più ampio del magistero di Papa Francesco, che ha definito l’era attuale un “cambiamento d’epoca”. La riflessione della Chiesa non è dunque una critica alla tecnologia, ma un invito a un suo sviluppo etico e consapevole, affinché il progresso non comprometta la centralità della persona umana.