Nel 2024, le startup di intelligenza artificiale hanno raccolto oltre 100 miliardi di dollari in capitale di rischio, rappresentando quasi un terzo degli investimenti totali nel settore. Tuttavia, l’afflusso massiccio di capitali ha anche generato una sovrapposizione di aziende, molte delle quali non si distinguono davvero. In questo contesto, gli investitori si concentrano su un fattore cruciale: i dati proprietari.
Secondo un’indagine di TechCrunch condotta su 20 investitori, più della metà ritiene che la qualità e la rarità dei dati posseduti da una startup rappresentino il vero vantaggio competitivo. Paul Drews, managing partner di Salesforce Ventures, sottolinea la difficoltà di creare un fossato tecnologico stabile in un panorama in rapida evoluzione. “Cerchiamo startup con dati unici, innovazione tecnica e un’esperienza utente convincente”, ha dichiarato.
Anche Jason Mendel di Battery Ventures concorda, evidenziando l’importanza dei “fossati di dati e flussi di lavoro profondi”. Startup come Fermata, che utilizza dati esclusivi per migliorare la rilevazione di malattie nelle colture, dimostrano il valore di questa strategia. Valeria Kogan, CEO di Fermata, attribuisce il successo della sua azienda alla capacità di gestire internamente l’etichettatura dei dati, garantendo una maggiore accuratezza dei modelli.
Oltre alla disponibilità di dati, gli investitori enfatizzano la necessità di team altamente qualificati e una profonda comprensione dei flussi di lavoro dei clienti. Jonathan Lehr di Work-Bench osserva che i dati grezzi, se ben elaborati, possono trasformarsi in un vantaggio competitivo cruciale, riducendo costi e tempi operativi.
Con la competizione in crescita, appare evidente che i dati esclusivi e il loro utilizzo strategico saranno il fulcro del successo per le startup IA nel lungo termine.