Elon Musk, figura centrale del panorama tecnologico globale, ha intrapreso una nuova azione legale contro OpenAI, Microsoft e diversi ex collaboratori. Una mozione per un’ingiunzione preliminare è stata presentata presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California, con l’obiettivo di fermare presunte pratiche anticoncorrenziali e di tutelare la natura originariamente non-profit di OpenAI.
Nella mozione, Musk e il suo team legale accusano OpenAI e i suoi principali rappresentanti, tra cui il CEO Sam Altman, di aver deviato dalla missione iniziale dell’organizzazione per favorire interessi commerciali. Tra le accuse principali vi sono l’uso improprio di informazioni sensibili ottenute tramite Microsoft e il trasferimento di beni fondamentali, tra cui la proprietà intellettuale, verso entità a scopo di lucro.
Microsoft, stretta collaboratrice di OpenAI, e Reid Hoffman, co-fondatore di LinkedIn ed ex membro del consiglio di amministrazione, sono tra gli imputati, insieme a Dee Templeton, vicepresidente di Microsoft. Secondo Musk, queste azioni avrebbero danneggiato la concorrenza, ostacolando rivali come xAI, la nuova azienda di intelligenza artificiale fondata dallo stesso Musk.
Gli avvocati del miliardario sostengono che un’ingiunzione sia essenziale per evitare danni irreparabili, evidenziando la necessità di proteggere il carattere originariamente non-profit di OpenAI. “Il pubblico e i querelanti meritano una pausa”, hanno dichiarato, sottolineando il rischio di una perdita definitiva della missione pubblica dell’organizzazione.
La disputa legale rappresenta l’ultimo capitolo di una relazione turbolenta tra Musk e OpenAI. Fondatore dell’organizzazione, Musk ha abbandonato il progetto nel 2018 per divergenze strategiche. Tuttavia, le sue preoccupazioni sui possibili danni esistenziali dell’intelligenza artificiale continuano a spingerlo in una battaglia che sembra destinata a lasciare un’impronta significativa nel settore tecnologico globale.