In un editoriale del 24 agosto u.s. pubblicato sull’Indian Express, leggiamo che in Australia e Sudafrica è stato riconosciuto all’Intelligenza Artificiale lo status di inventore, rilanciando quindi la sfida al diritto internazionale dei brevetti.
Una mossa che crea inquietudine quella di considerare sostanzialmente una macchina un inventore, mentre il proprietario risulta essere umano (spesso mosso da avidità), comunque senza un’adeguata legge sui brevetti è difficile, al momento, immaginare l’impiego di AI da parte di società e individui.
I sistemi basati su AI non sanguinano se li pungi, né ridono se gli fai il solletico e per ora non si vendicano. Però continuano a guadagnare terreno in sempre più giurisdizioni potendo inventare, creare e depositare brevetti.
DABUS, una macchina per la “creatività”, è stata riconosciuta come l’inventore di un tipo di contenitore per alimenti che ne migliora la presa e il trasferimento del calore. Potrebbe essere facile liquidare questa storia come un escamotage per le aziende di proteggere i propri profitti, oppure si potrebbe considerarlo come l’ennesimo passo verso l’apocalisse ad opera di IA. Eppure il problema – e la conseguente necessità di protezione brevettuale – non è solo tecnologico. Ryan Abbott, professore di diritto all’Università del Surrey, ha condotto per un decennio una campagna per garantire lo status di persona vicina all’intelligenza artificiale nel diritto internazionale dei brevetti. Sebbene le leggi sui brevetti dell’UE e degli Stati Uniti non consentano ancora di considerare l’IA come un soggetto proprietario, c’è una crescente pressione su questi paesi affinché si pervenga a questo riconoscimento.
L’intelligenza artificiale può eseguire calcoli, analizzare dati e persino generare nuove idee e sistemi a un ritmo molto più veloce e in un volume maggiore rispetto alle menti umane. In pratica, questo potrebbe significare, ad esempio, che il vaccino per la prossima pandemia possa essere scoperto da una macchina pensante. Per l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, lo sviluppo e l’implementazione dell’IA dovranno essere intrapresi su una scala molto più ampia per competere con la Cina, sia strategicamente che economicamente.
Tuttavia, senza un’adeguata legge sui brevetti, gli impieghi dell’IA da parte di imprese e persone saranno (teoricamente) limitate. Così l’inventore artificiale e il proprietario umano per il momento rimarranno in attesa che la legge si adegui ad una evoluzione tecnologica sempre più intraprendente. Poiché senza una legislazione chiara ed efficace su AI e brevetti, sicuramente ci sarà qualcuno pronto a trarne vantaggi indebiti.
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Fonte: Australia, South Africa have recognised AI as inventor. International patent law needs to catch up
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