Nel 2023, durante l’evento I/O di Google, venne menzionato per la prima volta Gemini, il modello di intelligenza artificiale nativamente multimodale di Google. Dopo un anno, Gemini ha fatto il suo debutto in vari prodotti Google, tra cui Search, Ads, Workspace e Pixel, portando innovazioni significative.
Il nome “Gemini” deriva dal latino “gemelli” e richiama la costellazione associata ai gemelli mitologici Castore e Polluce. Jeff Dean, co-responsabile tecnico di Gemini, ha rivelato che il nome iniziale del progetto era “Titan”, ispirato alla luna di Saturno, ma non lo trovava adeguato. La simbologia dei gemelli, rappresentante la dualità e la capacità di vedere le cose da prospettive diverse, si adattava meglio alla collaborazione tra il team Brain di Google e DeepMind.
La seconda ispirazione per il nome Gemini proviene dal programma spaziale della NASA degli anni ’60. Project Gemini fu il ponte tra le missioni Mercury e Apollo, preparando gli astronauti alle future missioni lunari. Questa analogia con il monumentale sforzo di addestrare i modelli linguistici di grande scala (LLM) ha convinto Dean e il suo team a scegliere “Gemini” come nome definitivo.
Dal lancio nel dicembre scorso, Gemini ha raggiunto miliardi di utenti attraverso vari prodotti Google. Jeff Dean e Oriol Vinyals, co-responsabili tecnici di Gemini, vedono questo progetto come un passo fondamentale per affrontare le sfide globali con l’IA. La collaborazione tra i team di ricerca ha permesso di creare modelli sempre più avanzati, mantenendo viva la passione per l’universo che li ha ispirati.
Il futuro di Gemini promette ulteriori sviluppi, con nuove versioni già in arrivo. “Gemini è nato come programma di ricerca per creare i modelli più capaci al mondo”, afferma Oriol Vinyals. “Speriamo che gli utenti sentano il continuo miglioramento, la creatività e l’innovazione che i nostri team di ricerca porteranno direttamente a loro”.