La Chiesa e gli organismi vaticani stanno affrontando le sfide della tecnologia digitale, in particolare l’Intelligenza Artificiale (IA). La persona è centrale nel rapporto con l’IA.
L’Intelligenza Artificiale sta diventando un tema sempre più diffuso tra il pubblico, i media e l’opinione pubblica. La recente evoluzione del software ChatGpt di Open AI ha attirato l’attenzione sulle potenzialità e la pervasività dell’uso dell’IA.
Gli studi sul tema sono ancora aperti, con alcuni che ritengono che l’IA possa raggiungere e competere con l’intelletto umano, mentre altri sostengono che sia essenzialmente impossibile a causa della complessità della struttura dell’intelligenza umana.
Gli sforzi per normare il settore e garantire il rispetto dei principi fondamentali, della democrazia e dello Stato di diritto sono in corso a livello statale, istituzionale, Europeo e mondiale.
La Chiesa, con il magistero pontificio, gli organismi vaticani e la stampa cattolica, sta esplorando il tema dell’IA. Papi come Giovanni Paolo II (già nel 1990, Giovanni Paolo II affermò che «Il tentativo di spiegare il pensare e il volere libero dell’uomo in chiave meccanicistica e materialistica porta inevitabilmente alla negazione della persona e della sua dignità») e Francesco (auspicava nel messaggio al World Economic Forum di Davos il 24 gennaio 2018, che l’AI contribuisca «al servizio dell’umanità e alla protezione della nostra casa comune invece che per l’esatto opposto, come purtroppo prevedono alcune stime») hanno espresso la loro posizione sulla tecnologia e sulla necessità di fissare limiti e paletti etici.
Il libro “Anima digitale. La Chiesa alla prova dell’Intelligenza Artificiale” di Giovanni Tridente offre una buona sintesi del dibattito, soprattutto in chiave etica e regolamentare.
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Link “Se anche la Chiesa si interroga sull’Intelligenza artificiale“
Foto di Joseph Redfield Nino da Pixabay