Un’indagine condotta dal portale Futurism ha rivelato che diversi grandi editori, tra cui Sports Illustrated e quotidiani regionali come il Miami Herald e il Los Angeles Times, hanno pubblicato articoli generati da intelligenza artificiale, talvolta attribuiti a giornalisti inesistenti. Il centro di questa controversia è AdVon, un’azienda che crea contenuti tramite IA e li distribuisce a numerose testate.
Secondo Maggie Harrison Dupre, giornalista che ha approfondito il caso, AdVon avrebbe utilizzato sia scrittori virtuali con identità fittizie, sia software avanzati per produrre articoli apparentemente autorevoli. Tuttavia, errori evidenti nei contenuti, come la confusione tra cinture per sollevamento pesi e cinture di lusso, hanno sollevato dubbi sulla qualità e sull’affidabilità delle informazioni.
AdVon inizialmente ha negato l’uso dell’IA nei contenuti editoriali, ma un video interno ha dimostrato il contrario, spingendo alcune testate, come quelle del gruppo McClatchy, a rimuovere gli articoli incriminati. Nonostante le rassicurazioni dell’azienda, molti editori hanno dichiarato di non essere stati informati dell’uso dell’intelligenza artificiale.
Questo scandalo solleva interrogativi sulla direzione futura del giornalismo e sull’affidabilità delle informazioni fornite ai lettori. Per Harrison Dupre, l’IA non può sostituire il lavoro umano, poiché manca di esperienza e comprensione critica. Mentre l’automazione continua a penetrare il settore, il giornalismo di qualità resta un baluardo profondamente umano, fatto di empatia e conoscenza vissuta.