L’Intelligenza Artificiale (AI) sta diventando sempre più presente nella vita quotidiana, ma anche nel mondo accademico. L’AI si basa sulla conoscenza, la comprensione e la capacità di agire sviluppate sulla base della ricerca accademica, dell’insegnamento e dell’apprendimento. Tuttavia, l’AI solleva questioni che riguardano la quarta dimensione delle competenze di apprendimento, ovvero la volontà di agire.
Come sottolinea il Quadro di riferimento delle competenze per la cultura democratica del Consiglio d’Europa, potremmo essere in grado di fare cose che, per motivi etici e altri, dovremmo astenerci dal fare.
La Commissione europea ha pubblicato linee guida etiche sull’uso dell’AI e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento, mentre il Consiglio d’Europa ha pubblicato un libro sull’AI e l’educazione visto attraverso la lente della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto.
La domanda non è se l’istruzione superiore dovrà confrontarsi con l’AI, ma come farlo.
Questo vale anche per il riconoscimento delle qualifiche.
Il caso classico è quello in cui un valutatore di credenziali esamina una domanda ben documentata da parte di un individuo che desidera utilizzare le proprie qualifiche in un paese diverso da quello in cui le qualifiche sono state acquisite. Le qualifiche devono quindi essere valutate e valutate in un altro sistema di istruzione e di qualifiche.
La metodologia si basa su almeno due presupposti fondamentali: i documenti sono autentici e certificano il completamento con successo di un lavoro accademico svolto dal titolare della qualifica. In altre parole, i documenti sono stati emessi dall’istituzione il cui nome appare sul diploma e la persona nominata è quella che ha conseguito la qualifica.
Tuttavia, le cose non sono sempre così semplici.
I documenti possono essere falsificati o emessi da provider che non sono riconosciuti come parte di un sistema educativo. Tali provider difficilmente hanno subito una corretta assicurazione di qualità, il che in Europa significa che l’istituzione segue gli standard e le linee guida europee. Potrebbero addirittura essere “fabbriche di diploma”, che rilasciano diplomi a chi paga una tassa, con poco o nessun lavoro richiesto.
In alcuni casi, i richiedenti non possono, per motivi validi, documentare completamente le proprie qualifiche. Un caso tipico è quello di molti rifugiati, e il Passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati ha sviluppato una metodologia basata su interviste per valutare se i rifugiati hanno ottenuto le qualifiche